Maria Maistrini
Università degli Studi di Urbino e Torino
Maria Maistrini, Recensione a Maurizio Ferraris, Dove sei? Ontologia del telefonino, Milano, Bompiani, 2005, pp. 294, € 8,50 ISBN 88-452-3446-0
Parole chiave: ontologi, ontologia, telefonino, Varzi, ermeneutica,ontologia analitica,Smith, Nef, Ferraris, pensiero debole, metafisica, Labont, Ctao, Derrida, inscrizione,oggetti sociali, Sole 24ore, filosofia, consulenza filosofica, videofonino.
Dedicato a Jacques Derrida, “sine quo non”, e anticipato dal domenicale del Sole24h del 28 agosto come da alcune altre autorevoli testate, è uscito il 31 di questo stesso mese il nuovo lavoro di Maurizio Ferraris, testimone, qualora ancora se ne dubitasse, della verità - se non della lettera -quantomeno dello spirito della teoria dell’evoluzione di darwiniana memoria, perché esso non solo prefigura ma scrive, anzi inscrive, forse definitivamente, una nuova e più evoluta, appunto, specie di filosofo nella storia del pensiero moderno.
Eh, si, con l’audacia e la forza speculativa che gli sono proprie – non disgiunte da certo accentuato gusto per la provocazione -, Ferraris certifica infatti con questo libro che arrivano gli ontologi, anzi che sono già qui fra noi (si pensi ad Achille Varzi, a Barry Smith, a Francesco Orilia, al gruppo di studio afferente al sito Labont, al CTAO,alla Società degli ontologi analitici, a Frederic Nef – per fare solo qualche nome), e che ci guardano, ci studiano, ci scrutano perfino nelle nostre più intime fibre, nei recessi più nascosti della nostra persona, anche addirittura nella tasca dei calzoni, della nostra pochette, della nostra baguette, finanche della nostra nuova doctor o shopping bag.
Si, perché è lì, proprio lì, fra i vostri più cari oggetti del desiderio, che il nostro novello colombo (nel senso di Cristoforo, ovviamente), (nonché nuovo consulente filosofico del sociale),l’ontologo, scopre la sua america, il suo nuovo (di zecca) lavoro, perché è lì che di solito, odiato e amato, curato o dimesso, di tendenza o retrò, che alberga - gelosamente nascosto o sfacciatamente ostentato - quello che fino a poche settimane fa potevate ancora incautamente considerare un vostro oggetto personale, e che dal primo settembre di questo anno solare non lo è più: il vostro telefonino.
Da questa data infatti l’ontologo se n’è impossessato, lo ha rivoltato da tutte le parti, ne ha decretato il nuovo status di oggetto sociale, anzi perfino di oggetto sociale per eccellenza, e voi (noi) non ci potete fare più nulla, perché è l’ontologo, oggi, che vi dice chi è e dove va il vostro telefonino, o in altri termini: che cos’è.
Davate forse per scontato di sapere ormai tutto di lui ? Illusi. Qualsiasi cosa pensavate di sapere in merito (ne avevate approntate categorie estetiche? Era per voi fonte di interrogativi morali? O di tormento finanziario?...gli avete forse anche dedicato qualche verso?...): dimenticate tutto. L’ontologo è al lavoro per voi.
Vivace, allegra, dotata di argomenti non certo ancora deboli (per fortuna!- si era alla frutta), poco succube del cattivo infinito ermeneutico, meno depressa, più speranzosa e per giusta conseguenza meno deprimente dei pur simpaticissimi fossili che la hanno preceduta, questa nuova specie di filosofi riesce a fare perfino della metafisica divertendovi (prima si divertivano soltanto loro), o almeno senza farvi innervosire troppo.
Si intenda allora oggi per ontologia “la parte più generale della metafisica” (Ferraris 2003) , questo appunto il suo legame con la metafisica, la quale però nella sua parte speciale si occupa del mondo umano, cioè delinea una teoria dell’esperienza che riesce a diventare ontologia applicata “per formalizzare quelle parti di esperienza che non risultano regolabili dalla scienza”(ivi), come nel caso del telefono mobile che prefigura una teoria della mobilità - per così dire - sotto specie di mobile ontology.
Questo nuovo stile di conversazione potrebbe prestarsi però a volte anche a qualche nostalgia del passato : provate infatti voi a controbattere oggi al più diabolico di tutti gli ontologi, Maurizio Ferrraris, che con questo libro, armato di tutto punto, deciso a non mollarvi un attimo, smonta il vostro telefonino e vi fa vedere che dentro c’è tutto il mondo, ma il mondo vero, non una favola (e neppure un’interpretazione), disposto forse a mostrarsi debole solo nel caso debba personalmente procurarvi un credito per acquistarne uno nuovo, di telefonino (bhè, in fondo anche le stelle che poteva ammirare Orazio si riusciva a vederle solo di notte).
Egli mostra infatti nella prima parte del libro che “il telefonino è una macchina per scrivere” molto più che per parlare, ma non nel – solo – senso che siamo tutti diventati o stiamo diventando maniaci degli sms; bensì nel senso che esso si inscrive, materialmente e metaforicamente, nella più generale storia della scrittura e delle inscrizioni che l’umanità già conosce e sperimenta da secoli, però con un carattere rivoluzionario (rispetto anche all’altro genere di scrittura virtuale che tutti ormai pratichiamo, l’e-mail) che risiede nel fatto che il telefonino in realtà porta con sé – e lo farà sempre di più – anche tutti gli altri strumenti/generi di scrittura –perfino commerciali,o astrologici, o gastronomici,o scientifici, oltre che personali ovviamente, e tutto questo mentre semplicemente lo stringiamo in una mano.
In questo senso esso non è più – nel caso e soltanto – uno dei nostri più diffusi feticci, ma assume una dimensione sociale che a giusta ragione conduce poi l’Autore nella seconda parte del libro ad allargare il discorso per formulare una innovativa e interessante teoria di tutti gli oggetti sociali, senza dimenticare peraltro il confronto con i contributi che a questa tradizione speculativa hanno già in precedenza fornito altri filosofi quali Searle, Austin, più di recente Smith, e molti altri,
giungendo finanche a parlarvi del matrimonio di Derrida.
Vi state chiedendo che c’entra col vostro telefonino? Io non lo so, ma l’ontologo si, e ci tiene a farvelo sapere: scrivete a Maurizio Ferraris, www.ontologiadeltelefonino.diablogando.it, ma se poi vi risulta simpatico e volete farlo felice…non dimenticate di mandargli almeno un messaggino per Natale (anzi, già che ci siete…videochiamatelo! - magari ci scappa un altro libro).
INDICE
1. Perì mail
1.0 Il telefonino del Faraone
1.1 Parlare
1.1.1 ”Where are you?-mail”
1.1.2 Mobile Ontology
1.1.3 Essere e campo
1.1.4 Teoria dell’oggetto
1.2 Scrivere
1.2.1 Telefono
1.2.2 E-mail
1.2.3 Telefonino
1.2.4 Teoria della tecnica
1.3 Registrare
1.3.1 Scienze della comunicazione
1.3.2 Scienze della registrazione
1.3.3 Teoria della verità
1.4 Costruire
1.4.1 Atti
1.4.2 Oggetti
1.4.3 Iscrizioni
1.4.4 La costruzione della realtà sociale
Il diavolo nella bottiglia
2. Oggetti sociali
2.0 Realismo e testualismo
2.1 Realismo forte
2.1.1 La bacchetta e lo scimpanzé
2.1.2 Realismo: pro e contro
2.1.3 Il poker di Aristotele
2.2 Testualismo forte
2.2.1 La luna di Geertz
2.2.2 Come far sparire il mondo nel testo
2.2.3 Morale della favola
2.2.4 “Nulla esiste al di fuori del testo”. La corretta lettura
2.3 Realismo debole
2.3.1 La birra di Searle
2.3.2 Come fare parole con le cose
2.3.3 Problemi con l’atto
2.3.4 Problemi con l’oggetto
2.3.5 La correzione di Smith
2.4 Testualismo debole
2.4.0 Il matrimonio di Derrida
2.4.1 Traccia
2.4.2 Registrazione
2.4.3 Iscrizione
2.4.4 Idioma
Epilogo
Riferimenti bibliografici
NOTE SULL’AUTORE Maurizio Ferraris (http://www.labont.it/ferraris/) insegna Filosofia teoretica nella Università di Torino,dove dirige il Centro Interuniversitario di Ontologia Teoretica e Applicata (Ctao). Ha pubblicato una trentina di libri. Tra questi, da Bompiani, Storia dell’ermeneutica (1988), Nietzsche e la filosofia del Novecento (1989), Mimica. Lutto e autobiografia da Agostino a Heidegger (1992), Il mondo esterno (2001), Goodbye Kant! (2004), giunto in pochi mesi alla quarta edizione.